MERCOLEDI' SANTO - Vestizione a lutto della Madonna Addolorata

Una prova del mutamento di ruolo tardivamente assegnato al simulacro della Vergine, nei due gruppi cagliaritani dei Misteri, potrà forse essere individuata nella complessa cerimonia che si svolge il Mercoledì Santo, nell’oratorio del Santo Cristo, alle ore 17.
La Madonna Addolorata, reduce dalla prima processione dei Misteri, viene nuovamente posta dai confratelli ai piedi dell’altare maggiore. Le consorelle la spogliano degli indumenti colorati che aveva indossato per il Venerdì di Passione e, lasciatala in camicia, l’avvolgono di cotone profumato.
È una vera e propria imbalsamazione, prefigurante le angosce mortali cui la Vergine dovrà presto andare incontro. Rimossa la bambagia si procede a un’accurata ripulitura del viso e a ravvivare l’acconciatura.
In previsione dei dolorosi avvenimenti ai quali è destinata ad assistere fin dall’indomani, la statua viene quindi rivestita con le lugubri vesti del lutto, ancora una volta secondo l’antica moda spagnola. Si hanno così camicia e sottogonna nere; blusa e gonna con plissettatura anteriore bianche; cuffia che racchiude completamente i capelli; "soggolo"; lungo velo nero.
Un fazzoletto bianco trapunto di croci nere, simbolo delle lacrime versate da Maria sulle piaghe di suo Figlio, è poggiato su entrambi gli avambracci, mentre le mani si intrecciano nello spasimo di una sofferenza tanto profonda quanto drammaticamente inane.
Durante lo svolgimento di queste operazioni gli astanti recitano il rosario.
Alla fine il cotone usato per la simbolica composizione funebre viene distribuito ai fedeli come sacramentale.

Una vestizione analoga, a seguire, viene effettuata dall’Arciconfraternita del Gonfalone nella chiesa di Sant’Efisio a Stampace.
Alle 17,30 le consorelle estraggono dalla sua nicchia la statua della Madonna Addolorata appartenente al sodalizio.
Anch’essa del tipo a trespolo, indossa sempre vesti nere che, impolverandosi di anno in anno, in occasione della Settimana Santa vengono cerimoniosamente mutate.
Interessanti, anche in questo caso, il colletto e i polsini in pizzo bianco, che come il taglio dell’indumento, con blusa a corta balza e gonna scampanata, appaiono di tipologia già primo-ottocentesca: tale orizzonte cronologico, infatti, ben si accorda con quello assegnabile al simulacro su base stilistica.
Probabilmente più antica, ed eredità di un’altra statua simile ormai scomparsa, può invece essere considerata l’ampia raggiera semicircolare in argento posta ad ornamento del capo, di gusto baroccheggiante.
Contemporaneamente, i confratelli provvedono a collocare nella sua lettiga processionale un grande simulacro del Cristo Morto, e a vestire a lutto la celebre statua di Sant’Efisio scolpita da Giuseppe Antonio Lonis. Al simulacro del martire guerriero viene fatto indossare un mantello di seta nera, mentre sull’elmo il solito vaporoso cimiero di piume a vivaci colori viene sostituito con un altro, a sua volta nero. A una bandoliera nera viene ora assicurata anche la spada d’argento pendente sul fianco sinistro.

- Testo tratto da "Misterius - La Settimana Santa a Cagliari" di Mauro Dadea e Mario Lastretti.
- Foto tratta dal gruppo di Facebook "Settimana Santa Cagliari / Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso".