ARCICONFRATERNITA DEL GONFALONE

Presso l’antica chiesa di Sant’Efisio a Stampace, fondata nella seconda metà del XIII secolo, il pontefice Paolo III, nel 1539, istituì una confraternita intitolata al Martire.
Essa, nel 1618, fu aggregata all’Arciconfraternita del Gonfalone della Santissima Vergine del Riscatto, a Roma, mentre papa Pio VI, nel 1796, la eresse in arciconfraternita.
Suo scopo era promuovere la devozione a Sant’Efisio, custodirne e salvaguardarne il tempio stampacino, concorrere alla raccolta di fondi per il riscatto degli schiavi caduti nelle mani dei corsari barbareschi.
Venuta meno quest’ultima esigenza, oggi l’impegno del sodalizio è rivolto principalmente all’organizzazione dei complessi festeggiamenti in onore del santo titolare, tra i quali la fastosa processione che ogni anno, il 1 maggio, parte verso Nora per sciogliere il voto formulato dalla municipalità cagliaritana durante la peste del 1656.
Di recente l’arciconfraternita ha ridato vita alla tradizionale processione delle Sette chiese il Giovedì Santo, che era stata soppressa ormai da vari decenni.
L’abito dei confratelli è una lunga veste azzurro indaco con bottoni bianchi, stretta alla vita da un cingolo pure bianco dal quale pende il rosario detto di San Bonaventura. Nelle processioni penitenziali il capo è ricoperto da un cappuccio azzurro solitamente rovesciato all’indietro. Nelle occasioni solenni si aggiungono i guanti e la mozzetta bianchi, con bottoni azzurri.
Le consorelle, più austere, indossano invece camicetta e guanti bianchi, lungo abito nero cinto dal cingolo bianco con rosario di San Bonaventura, e ricoprono i capelli con un velo di trina nera.
Loro distintivo è una placca rotonda di colore azzurro con al centro la croce greca avente il braccio verticale rosso e quello orizzontale bianco, applicata all’altezza del cuore.

- Testo tratto da "Misterius - La Settimana Santa a Cagliari" di Mauro Dadea e Mario Lastretti.
- Foto tratta dal web.