
Suo scopo era l’aumento della devozione al miracoloso Crocifisso di San Giacomo e in genere alla passione di Cristo, cui si univa anche una fervida attività assistenziale e caritativa.
A motivo dell’intitolazione specifica, essa fin da subito ricevette l’incarico di portare la croce in tutte le processioni pubbliche, nelle quali perciò ha sempre la precedenza, e di promuovere nel quartiere di Villanova la devozione alla Via Crucis, nella sua forma ancora embrionale nota come “processione dei Misteri”.
L’abito ordinario dei confratelli è un camice bianco chiuso sul petto da una fila di bottoni e dotato di polsini. Attorno alla vita viene stretto un cingolo bianco dal quale pende un rosario nero. Il capo è ricoperto da un cappuccio bianco rovesciato all’indietro.
Le insegne consistono in un piccolo crocifisso dorato, sospeso al collo da un nastro rosso, e in una placca di stoffa cucita all’altezza del cuore, che reca stampate una nuda croce nera drizzata sul Calvario con la scritta: Hic abscondita est fortitudo nostra.
Nei giorni di festa solenne il cingolo viene sostituito da una fascia di seta rossa e si indossano guanti bianchi. La veste, inoltre, si arricchisce di una mozzetta bianca orlata di rosso, con al petto una placca in cui lo stemma dell’Arciconfraternita è naturalisticamente riprodotto a colori.
Le consorelle, al contrario, indossano una lunga veste nera con mantella, entrambe profilate di bianco, e si ricoprono la testa con un velo nero. Portano alla vita una fascia di seta bianca con rosario e alle mani guanti dello stesso colore.
Anch’esse tuttavia si contraddistinguono per il collare di nastro rosso da cui pende un crocifisso dorato.
- Testo tratto da "Misterius - La Settimana Santa a Cagliari" di Mauro Dadea e Mario Lastretti.
- Foto a cura di Cristiano Cani.