ARCICONFRATERNITA DELLA SOLITUDINE


La "Confradia de nuestra Señora de la Soledad" fu istituita forse nel 1603 presso la chiesa di San Bardilio, oggi non più esistente, che sorgeva nei pressi dell’attuale cimitero di Bonaria.
All’epoca era proprietà dell’ordine Trinitario e non è pertanto casuale che, nel 1616, una bolla di papa Paolo V disponesse l’aggregazione della confraternita cagliaritana all’arciconfraternita della Santissima Trinità di Roma.
Suoi scopi precipui, infatti, erano il riscatto degli schiavi, il soccorso e la conversione dei prigionieri, l’assistenza, sepoltura e suffragio dei condannati alla pena capitale.

L’istituzione inoltre, fin dagli inizi, sarebbe stata incaricata direttamente dal governo viceregio di animare i riti paraliturgici della Settimana Santa cagliaritana.
L’abito dei confratelli consiste in una lunga veste bianca con sparato e polsini di volants, stretta ai fianchi da una fascia di seta nera. Le mani sono coperte da guanti neri e il capo da un cappuccio bianco ripiegato all’indietro.
Nel 1878 papa Pio IX eresse il sodalizio in arciconfraternita, ammettendovi anche le donne che indossano abito nero con mantella e velo dello stesso colore, abbassato sul viso.
L’insegna è un medaglione metallico rotondo, sospeso al collo da un nastro nero, al centro del quale su sfondo bianco campeggia una croce potenziata con il braccio verticale rosso e quello orizzontale blu. È il simbolo dell’ordine della Santissima Trinità, nel cui seno la confraternita ebbe origine, e rappresenta con il cerchio bianco la perfezione ed onnipotenza di Dio Padre, con il braccio rosso la discesa di Dio Spirito Santo e con quello azzurro l’incarnazione di Dio Figlio, che pur essendo di natura divina assunse forma umana accettando di giacere nella mangiatoia di Betlemme e in ultimo di essere deposto in un sepolcro.
Da una bolla emessa nel 1697 da papa Innocenzo XII si apprende che la confraternita, a quanto parrebbe fin dal 1639, si era trasferita da quella di San Bardilio alla chiesa di San Giovanni Battista a Villanova, all’interno delle mura cittadine. Il mutamento di sede viene spiegato dalla memoria interna al sodalizio con la difficoltà di trasportare i pesantissimi simulacri protagonisti della Settimana Santa da una chiesa tanto lontana fino in cattedrale e viceversa.

- Testo tratto da "Misterius - La Settimana Santa a Cagliari" di Mauro Dadea e Mario Lastretti.
- Foto a cura di Cristiano Cani.