SABATO SANTO - Rito de "Su Scravamentu"

Nella testimonianza degli evangelisti Gesù morì sulla croce alle tre del pomeriggio di un venerdì.
Poco dopo gli fu squarciato il cuore con un colpo di lancia e fu deposto. Ormai incombeva il tramonto e con esso l’obbligo dell’assoluto riposo sabbatico imposto agli ebrei dalla legge mosaica. Il corpo del Crocifisso venne quindi ripulito alla meglio, avvolto in un lenzuolo e frettolosamente racchiuso in un sepolcro scavato presso il luogo del supplizio.
Il Sabato Santo, nella realtà storica, fu un giorno di silenzio e di attesa. Attesa della resurrezione, avvenuta nelle prime ore della Domenica di Pasqua.
Non così nelle tradizionali rievocazioni cagliaritane della passione. Per motivi pratici, posticipando di molte ore l’effettiva successione cronologica degli eventi, esse dedicano la mattina di questo giorno alla cerimonia de su Scravamentu.

Alle 8.30 nella parrocchiale di San Lucifero, a cura dei confratelli del Santo Cristo che in questo momento rappresentano Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, il Crocifisso con le braccia snodabili viene schiodato dal suo patibolo e deposto in un’elegante lettiga.


Le consorelle, quindi, stendono sul catafalco un sottile velo di pizzo bianco. Legandone le quattro estremità con fiocchi neri simboleggiano la chiusura del sepolcro, che rimarrà esposto al centro della chiesa fino a sera.


Giusto privilegio da sempre riservato a mani femminili, poiché come narrato dai vangeli «le donne che avevano accompagnato Gesù dalla Galilea, avendo seguito Giuseppe da vicino, guardarono bene la tomba e come era stato deposto il corpo di Lui», mentre gli apostoli erano fuggiti.



Alle 10 la stessa cerimonia viene ripetuta in Cattedrale.


L’Arciconfraternita della Solitudine vi ha trasportato la lettiga processionale. Alla presenza dell’arcivescovo si cantano le lodi mattutine, mentre alcuni confratelli montano la guardia d’onore attorno al Cristo morto, ancora solennemente esposto nella cappella di re Martino.


Il simulacro viene quindi trasportato in processione lungo la navata laterale sinistra, per trovare posto nel mezzo dell’aula.


Seguendo le indicazioni del predicatore quaresimalista si effettua "su Scravamentu": il simulacro viene schiodato dalla croce e deposto nella lettiga.







Coperta dal solito velo bianco quest’ultima rimane in venerazione ai piedi del presbiterio, mentre i chiodi e la corona di spine vengono portati via.
Contemporaneamente, nell’oratorio del Santo Cristo, si comincia a respirare un’atmosfera di gioia.
Le consorelle, appena ritornate da "su Scravamentu", vestono a festa la Vergine Gloriosa. Operazione abbastanza semplice. Gli si deve soltanto far indossare un manto celeste e ravvivare l’acconciatura, cui viene sovrapposto un velo bianco fermato da una corona imperiale. I confratelli, nel mentre, estraggono dalla sua nicchia la statua del Risorto.

- Testo tratto da "Misterius - La Settimana Santa a Cagliari" di Mauro Dadea e Mario Lastretti.
- Foto a cura di Cristiano Cani.