VENERDI' SANTO - Processione Arciconfraternita del Gonfalone

Anticamente "s’Incravamentu" e "su Scravamentu" venivano effettuati anche presso le parrocchie di Marina e Stampace.
A conservarne memoria, però, oggi è solo quest’ultima, nella chiesa di Sant’Efisio. Alle ore 20 i confratelli del Gonfalone, al lume delle fiaccole, compongono una processione portando sulle spalle la lettiga di legno laccato e dorato in cui giace un grande Crocifisso a braccia snodabili, parzialmente rivestito dei lini funebri. Segue l’Addolorata, con l’accompagno anche in questo caso di due bambini travestiti da San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena.


Il corteo, in un suggestivo e commovente gioco di luci, percorre le principali vie del quartiere prolungandosi fino a notte inoltrata.
La cerimonia è quanto si conserva della tradizionale crocifissione e conseguente deposizione drammatica del Cristo, che nel 1827 il viaggiatore francese Charles de Saint Severin descriveva come la più sontuosa e partecipata della città: «Le Vendredi saint, (…) dans l’eglise de Sain-François du faubourg Stampace, eut lieu, au milieu d’un concour général des fidèles, la cérémonie de la descente de croix. Un prédicateur fit un sermon ànalogue à la circonstance, c’est à dire fort pathétique. Près du prédicateur étaitplacé sur une estrade un Christ énorme, au pied du quel étaient deux personnages représentants, l’un saint Jean, disciple bien aimé, et l’autre la Vierge. A chaque aspiration touchante de l’orateur, on entendait les sanglots dans l’auditoire, et les deux personnages s’essuyaient les yeux avec des voiles blancs. Après la descente de croix, eut lieu dans toute la ville une procession, ou les attributs et les personages de la Passion étaient figurés; on porte à cette procession le Christ descendu de la croix, et couché sur une sorte de palanquin».

Un caso a parte, nel quadro delle celebrazioni cittadine del Venerdì Santo, è rappresentato da quelle organizzate nella propria chiesa di Monte Urpinu dall’Arciconfraternita dei Santi Giorgio e Caterina, detta dei Genovesi. Essendo stato costituito fin dall’origine su basi etniche, cioè con soggetti oriundi liguri o discendenti da famiglia ligure, per motivi storici e culturali l’importante sodalizio è sempre rimasto refrattario all’adozione di pratiche religiose spagnoleggianti. I suoi membri, di conseguenza, in questo giorno adorano la croce secondo il rito ufficialmente previsto dalla liturgia romana. Dopo il canto delle lamentazioni i confratelli introducono in chiesa un Crocifisso processionale di medie dimensioni, opera dell’intagliatore genovese Anton Maria Maragliano, compiendo lungo la navata le tre soste canoniche. Il simulacro viene quindi deposto ai piedi dell’altare ed offerto all’adorazione dei fedeli.

- Testo tratto da "Misterius - La Settimana Santa a Cagliari" di Mauro Dadea e Mario Lastretti.
- Foto a cura di Cristiano Cani.