MARTEDI' SANTO - Processione dei Santi Misteri di Stampace

Si è già detto come la processione dei Misteri, a tutti gli effetti, rappresenti una forma embrionale di Via Crucis molto più antica di quella suddivisa in quattordici stazioni, oggi generalmente praticata. Quest’ultima cominciò a diffondersi solo a partire dal secondo quarto del XVIII secolo, grazie soprattutto all’opera del francescano San Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751) e del redentorista Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), per poi prevalere nettamente.
A livello colloquiale si faceva perfino confusione, chiamando in modo improprio Via Crucis anche la processione dei Misteri. La prima, infatti, presupporrebbe la meditazione del solo tragitto doloroso compiuto da Gesù carico della croce, quindi dal pretorio di Pilato al Calvario, mentre la seconda, pur dimezzando il numero delle stazioni, amplia idealmente il percorso facendolo cominciare con la prima agonia patita dal Signore nell’orto del Getzemani.
In genere, la processione dei Misteri risulta preferibilmente diffusa in quei luoghi caratterizzati dall’antica presenza di case gesuitiche. La spiritualità ignaziana doveva molto a questa pia pratica, come si evince dalla lettura degli Esercizi. In essi, ad esempio, il Loyola raccomandava ai propri discepoli «la contemplazione (…) di come Cristo Signore nostro andò da Betania verso Gerusalemme, fino all’ultima cena», sforzandosi di «vedere il luogo. Qui sarà pertanto considerata la strada da Betania a Gerusalemme, se larga, se stretta, se piana etc.; similmente il luogo della cena, se grande, se piccolo, se di questa o quella forma».
Il manuale ascetico, poi, proseguiva meditando singolarmente anche tutti gli altri spostamenti o misteri della passione di Cristo.
Punto di partenza della Via Dolorosa, dunque, per Sant’Ignazio era da considerarsi non l’Orto degli ulivi ma Betania, un picolo villaggio negli immediati dintorni di Gerusalemme. Qui Gesù e sua madre Maria, nei giorni immediatamente precedenti la passione, si trovavano ospitati nella casa degli amici Lazzaro, Marta e Maria.
Proprio a Betania la tradizione apocrifa ambientava un episodio molto caro alla pietà popolare: l’ultimo addio rivolto dal Figlio alla Madre prima dell’ultimo viaggio verso la Città santa, tanto più straziante in quanto perfettamente consapevole di quanto sarebbe poi avvenuto.


A motivo di una controversa interpretazione dei riferimenti cronologici forniti dai vangeli, l’avvenimento veniva riferito alla sera del Martedì Santo o al mattino del giorno dopo. Questo forse spiega, unitamente al fatto che a fondarla siano stati i Gesuiti, come mai la più antica processione dei Misteri celebrata a Cagliari (dal 1670) si svolga nel pomeriggio del Martedì Santo.
Il corteo prende avvio alle 15.00 dalla chiesa gesuitica di San Michele a Stampace, sede dell’antichissima Congregazione degli Artieri o degli Artisti. I simulacri in uso, pressoché identici a quelli appartenenti all’Arciconfraternita del Santo Cristo, furono realizzati anch’essi da Giuseppe Antonio Lonis, negli anni finali del Settecento.
Al loro trasporto lungo le vie cittadine collaborano le arciconfraternite del Gonfalone, della Solitudine e del Santo Cristo, cui fanno capo anche le masse corali di accompagno.
Con alla testa i tamburini, la “croce degli attrezzi” propria del sodalizio e gli elementi del coro, la processione discende la via Azuni per una prima sosta obbligata nella chiesa parrocchiale di Sant’Anna, del quartiere di Stampace. Da questo momento il percorso varia di anno in anno anche se in genere, attraversata piazza Yenne, imbocca via Manno per condurre al monastero delle Cappuccine.
Passando per via De Candia viene raggiunta la cattedrale. Di qui, scendendo lungo la via Canelles e la via Mazzini, si arriva in piazza Costituzione e, percorrendo via Sulis, fino alla parrocchiale di San Giacomo.
Comincia quindi il viaggio di ritorno lungo via Principe Amedeo e la via Dettori, con prima destinazione alla chiesa di Sant’Agostino. Risalite via Baylle e via Azuni si arriva alla chiesa di Sant’Efisio, per ritrovarsi ormai nottetempo al punto di partenza.
Anche in questo caso in ciascuna delle sette chiese entra un solo Mistero per volta, accompagnato sempre dall’Addolorata, nel solito ordine: Agonia nel Getzemani; Cristo catturato; Cristo flagellato; Ecce Homo; Salita al Calvario; Cristo Crocifisso; penitente che impersona il Cireneo trasportando a spalla una grande croce nuda di legno nero. Segue la Madonna Addolorata, preceduta dal corteo delle consorelle del Santo Cristo che inalberano la loro particolare croce di penitenza.

- Testo tratto da "Misterius - La Settimana Santa a Cagliari" di Mauro Dadea e Mario Lastretti.
- Foto tratte dal sito del Comune di Cagliari.